Collegio di Padova. Italia. Provincia di Venezia. Assistenza di Italia.
Proprietà del collegio in località Stigliano a Santa Maria di Sala (Venezia), pianta.
La pianta rappresenta le proprietà del collegio disposte lungo il fiume Muson. Vallery Radot aveva identificato questa località con il paese di Stigliano (Ancona) nelle Marche, ma la toponomastica, la presenza di beni della famiglia Priuli e le fonti permettono di collocare i beni nell’omonima località veneta.
La porzione centrale e più dettagliata del foglio è acquerellata. Il disegno permette di individuare con precisione la posizione dei beni nel territorio, che possiamo identificare attraverso un confronto con VR 344. Sono raffigurati diversi immobili sia di proprietà dei gesuiti (un mulino, una chiesa e altri due edifici) che confinanti (la rocca dei Priuli e un altro edificio). Un tratto di penna nera attraverso i campi indica uno stradone che si intendeva costruire per collegare l’edificio fortificato sulla destra al Muson o forse ad una strada non raffigurata (il foglio appare infatti rifilato). Sebbene non rappresentati in dettaglio, una didascalia ci informa che i beni della Compagnia si estendevano anche a sud del Muson.
Margine alto: Fosa trivisiana che divide il Padovano dal Trivisano
Al centro: TERE ARATI[ve]. Sotto: stradone che pretende di fare che si viene a talgiare a traverso tute queste terre. A destra: tere arative; orto; orto. Più sotto: PRATI; a destra: prato del molinaro cioè affittatogli da Noi; accanto: casa e molini
In basso: fiume musone tuto de padri; sotto: Arzere comune
Margine destro dal basso verso l’alto: Strada comuna che va da Padova a Triviso
Margine destro al centro: tere che soleva esserre di ragione de padri ma perse fu date a fito alli sign[ori] priuli con il tempo sono diventate livelo[a]de[s]so trovano dificolta a pagare il livelo
Margine basso: altre tere arrative et prative de ragione de Padri
Sul verso (secondo VR): pianta con le ragioni addotte dal coll[egi]o di Padova contra l’istanza dell exc[ellentissim]o Priuli anno 1667.
Il disegno reca le direzioni tramontana, levante, mezzodì e ponente.
Appezzamenti di terreno e immobili sono identificati da lettere comprese tra A e Q, ma non disponiamo di una legenda. Il confronto con VR 344, che rappresenta gli stessi beni in scala più ampia a distanza di quindici anni, permette di identificare alcuni degli immobili rappresentati (la chiesa, la rocca).
I beni erano stati donati al collegio, insieme alla chiesa di san Nicolò (che forse possiamo identificare con quella qui rappresentata nel prato del molinaro) dal cardinale Lippomanno nella seconda metà del Cinquecento. La mappa dovette essere realizzata in occasione di una lite tra i gesuiti e i Priuli di san Geremia (che dal 1520 circa al 1759 possedevano un castello nelle vicinanze- si veda l’edificio indicato nel disegno dalla lettera A-) per la realizzazione di uno stradone che attraversa le terre arrative e i prati della Compagnia di Gesù.
J. Vallery-Radot, Le recueil de plans d´édifices de la Compagnie de Jésus conservé a la Bibliothèque Nationale de Paris, Roma, Institutum Historicum S.J., 1960, p. 89.